Il Qaddish è una delle preghiere più importanti e caratteristiche della liturgia ebraica. Si tratta di un inno di glorificazione e santificazione del Nome Divino, recitato in vari momenti del culto sinagogale e in specifiche occasioni personali e comunitarie. La sua origine è antica e si ritiene che sia stata composta tra il periodo del Secondo Tempio (VI secolo a.C. – 70 d.C.) e il primo periodo rabbinico successivo alla distruzione del Tempio di Gerusalemme. Il testo è scritto prevalentemente in aramaico, la lingua franca del popolo ebraico nell’epoca talmudica, sebbene contenga anche alcune espressioni in ebraico.
Il nome Qaddish (קדיש) deriva dalla radice ebraica קדש (Q-D-Sh), che significa “santificare” o “rendere sacro”. Il concetto fondamentale della preghiera è l’esaltazione del Nome di Dio e il desiderio che la Sua gloria si diffonda nel mondo.
La formula principale del Qaddish, che si ripete in tutte le versioni, è la seguente:
“Yitgaddal veyitqaddash shemeh rabba, be’alma di bera’ khir’uteh…”
(יתגדל ויתקדש שמה רבה בעלמא די ברא כרעותה)
Che significa:
“Sia magnificato e santificato il Suo grande Nome, nel mondo che Egli ha creato secondo la Sua volontà…”
Questo versetto si ispira a Ezechiele 38:23, dove Dio afferma: “Io mi farò grande e santo e sarò conosciuto davanti a molte nazioni”. Il concetto di santificazione del Nome di Dio (Kiddush Hashem) è centrale nella teologia ebraica e nel martirio religioso.
Il Qaddish non è una preghiera di lutto, ma una proclamazione della fede nella grandezza e nella giustizia divina. Tuttavia, è noto soprattutto per il suo uso nel lutto e nei momenti di commemorazione.
Esistono cinque diverse versioni del Qaddish, ciascuna con funzioni specifiche nella liturgia ebraica.
Questo è il Qaddish più noto, recitato dai figli per i genitori defunti durante il primo anno di lutto e negli anniversari della loro scomparsa (Yahrzeit). Il suo scopo è elevare l’anima del defunto e portare meriti alla sua memoria.
Momenti in cui si recita:
È la forma più lunga del Qaddish e viene recitata alla fine di sezioni importanti della liturgia, in particolare alla fine dell’Amidah nelle preghiere pubbliche.
Momenti in cui si recita:
Questa è la versione più breve ed è utilizzata per segnare le transizioni tra diverse parti della preghiera. È un elemento liturgico che aiuta a dare struttura al culto ebraico.
Momenti in cui si recita:
Questa versione è recitata dopo lo studio pubblico della Torah o del Talmud. Serve a onorare i saggi e il loro insegnamento, esaltando la trasmissione della Torah come atto sacro.
Momenti in cui si recita:
Questa variante viene usata in momenti di lutto e in occasioni commemorative per pregare per la pace e la redenzione dell’anima dei defunti.
Momenti in cui si recita:
Il Qaddish è una preghiera pubblica e, secondo la legge ebraica (Halakhah), deve essere recitata in presenza di un minyan, un quorum di almeno dieci uomini adulti (o, nelle comunità più progressiste, dieci adulti di qualsiasi genere).
Le occasioni principali in cui si recita il Qaddish includono:
Uno degli usi più significativi del Qaddish è quello nel contesto del lutto. Il figlio recita il Qaddish Yatom per il genitore defunto per undici mesi dopo la morte, secondo la tradizione che afferma che le anime passano un periodo di purificazione nell’Aldilà. Questo atto di pietà filiale è visto come una forma di elevazione spirituale sia per il defunto che per chi recita la preghiera.
Secondo il Talmud, il Qaddish ha il potere di proteggere l’anima del defunto e di accelerarne l’ingresso nel Gan Eden (Paradiso). Si racconta che Rabbi Akiva abbia insegnato il Qaddish a un uomo morto che soffriva tormenti ultraterreni e, grazie alla preghiera del figlio, la sua anima trovò finalmente pace.
Il Qaddish è molto più di una semplice preghiera di lutto. È un’affermazione della grandezza divina e della speranza nella redenzione del mondo. Ogni volta che viene recitato, i fedeli rispondono con un potente “Amen, Yehe Shemeh Rabba Mevarach” (Sia benedetto per sempre il Suo grande Nome), unendosi in un canto collettivo di fede e santificazione.
Nel corso dei secoli, questa preghiera ha accompagnato il popolo ebraico nei momenti più difficili e nelle gioie della vita quotidiana, mantenendo viva la connessione con Dio e con la comunità attraverso la forza delle parole e della tradizione.
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