Il Museo della Memoria di Assisi, inaugurato nell’estate del 2011, è un luogo di grande valore storico e umano, dedicato alla memoria di coloro che, tra il 1943 e il 1944, salvarono circa 300 ebrei dallo sterminio nazista.
Situato all’interno della Pinacoteca comunale di Palazzo Vallemani, in via San Francesco, il museo racconta un episodio straordinario di solidarietà e coraggio che ha reso Assisi un rifugio sicuro in uno dei momenti più bui della storia.
La mostra, ideata da Marina Rosati con i testi di Annabella Donà e realizzata dall’Opera Casa Papa Giovanni – fondazione della Curia di Assisi – si sviluppa in quattro stanze e presenta documenti inediti, fotografie, riconoscimenti e oggetti dell’epoca. Tra questi, spicca un’antica macchina tipografica con cassettiere, taglierina e timbri, usata per la stampa di documenti falsi che permisero a molti ebrei di salvarsi.
Il museo rende omaggio a una rete di uomini e donne che, mettendo a rischio la propria vita, resero possibile questa incredibile operazione di salvataggio. Don Aldo Brunacci, fondatore dell’Opera Casa Papa Giovanni, dedicò la sua esistenza a mantenere viva questa memoria. L’allora vescovo di Assisi, monsignor Giuseppe Placido Nicolini, organizzò clandestinamente il soccorso agli ebrei, coadiuvato da Padre Rufino Niccacci, frate minore e guardiano del convento di San Damiano, che accolse e nascose molti rifugiati.
Un ruolo cruciale ebbero anche Arnaldo Fortini, podestà di Assisi, e il colonnello tedesco Müller, il cui comportamento ambiguo suscitò interrogativi sulla sua reale complicità o indifferenza nei confronti dell’operazione. Inoltre, il frate conventuale padre Michele Todde e gli ordini religiosi locali contribuirono attivamente alla protezione degli ebrei, fornendo rifugio nei conventi e monasteri della città.
Tra i protagonisti di questa storia emergono anche Luigi e Trento Brizi, i tipografi assisani che stamparono documenti falsi per permettere agli ebrei di sfuggire alle deportazioni. Il museo espone le loro creazioni e mostra il loro ruolo fondamentale nell’operazione clandestina.
Oltre ai materiali d’archivio, la mostra presenta una sezione video con interviste ad alcuni dei protagonisti, raccolte prima della loro scomparsa. Questi racconti diretti offrono un’ulteriore testimonianza dell’eccezionale spirito di accoglienza francescana che ha caratterizzato la città di Assisi in quei drammatici anni.
Il Museo della Memoria di Assisi non è solo un’esposizione storica, ma un monumento alla solidarietà e al coraggio, un esempio di come la fratellanza possa prevalere anche nei momenti più difficili.
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