Se lo domandano in tanti: nel 2025 vi sarà o meno la possibilità di andare in pensione con soli 30 anni di contributi versati?
Non solo il sistema pensionistico d’Italia è particolarmente variegato ma, anno dopo anno, in virtù dell’approvazione delle manovra economiche, viene modificato arricchendosi di ulteriori sfumature. In alcuni casi ci troviamo dinnanzi a novità positive per il lavoratore, tali da offrire vantaggiose opportunità di pensionamento anticipato o incremento degli importi che verranno mensilmente corrisposti; in altri invece ci si trova a fare i conti con aggiornamenti peggiorativi ad esempio per quanto riguarda il quantitativo di contributi da versare o l’età anagrafica da raggiungere per poter andare in pensione.
Insomma la sua struttura normativa è fortemente articolata ed ogni anno sono tanti i dubbi di coloro che si domandano se sia il momento giusto per smettere di lavorare ed iniziare a ricevere il fantomatico cedolino. Per quanto riguarda il 2025 uno dei quesiti più frequenti è se vi sia la possibilità di farlo con soli 30 anni di contributi versati. Scopriamolo.
Entriamo nel merito per capire quali siano le opportunità offerte nell’arco dell’anno da poche settimane iniziato per coloro che hanno maturato tre decadi di contribuzione. Sono diversi i parametri da tenere in considerazione a cominciare dall’età anagrafica, dalle condizioni che le norme prevedono e dalla tipologia di pensione alla quale si intende accedere. Fatta questa premessa vi sono alcune opzioni possibili: si tratta di misure che lo Stato ha pensato di strutturare per fornire una sostegno a specifiche categorie di lavoratori.
Cominciamo dunque da quella più nota ovvero Opzione Donna, una soluzione rivolta ad alcune categorie di lavoratrici a patto che si rispettino determinati requisiti. Si tratta di caregiver o di lavoratrici con disabilità che abbiano versato almeno 30 anni di contributi (35 anni per altre categorie). L’età minima per l’accesso alla pensione è di 61 anni con lo ‘sconto’ fino a due anni per le donne con figli. Vi è poi l’Ape sociale, confermata anche per il 2025 così come Quota 103 ma in questo secondo caso si richiedono 41 anni di contributi e 62 anni di età.
Tornando su Opzione Donna è bene valutare pro e contro prima di decidere se sfruttarla: il vantaggio è certamente legato all’accesso anticipato alla pensione; inoltre questa misura tiene conto della discontinuità nella carrierà lavorativa e del ruolo di assistenza familiare di numerose donne lavoratrici. Di contro il calcolo dell’importo pensionistico viene determinato mediante metodo contributivo e questo risulta svantaggioso rispetto al metodo retributivo o al sistema misto con possibilità di una significativa riduzione delle somme erogate mensilmente.
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